lunedì 21 gennaio 2013

Perù e Bolivia (21 gg) - Parte quarta: Puno, Arequipa, Colca, Lima

Giorno 17 - Puno

E' giunto infine il momento di lasciare la Bolivia e tornare in Perù. Lo abbiamo fatto affidando il nostro viaggio al bus della compagnia...., un bus cama (con sedili reclinabili) a 3 file molto comodo e di alto livello: ci hanno anche offerto uno snack. A Puno, questa volta, abbiamo soggiornato Casa Panqarani, un bed and breakfast a conduzione familiare che ha un proprietario molto gentile e disponibile. Addirittura è stato così gentile da accompagnarci al distretto di polizia quando, purtroppo, mi sono accorto di essere stato derubato del portafogli. Con molta destrezza in mezzo alla folla infatti, qualcuno è riuscito a far scivolare via dalla tasca il portafogli senza che io me ne accorgessi minimamente. Puno dunque ci ha portato veramenste sfortuna (all'andata, l'episodio della trota avariata ci aveva fatto star male tutta la notte). Puno inoltre è abbastanza deludente come città: il lago Titicaca infatti è bellissimo, ma la città in sè non ho molto da presentare se non la cattedrale della Plaza de Armas ed il mercato.

Giorno 18 - Puno-Arequipa

Da Puno ad Arequipa è quasi un giorno intero di viaggio attraverso splendidi paesaggi ad alta quota. Abbiamo preso un bus della compagnia Sur Oriente, ma non è stato un viaggio particolarmente confortevole. Il bus infatti ha effettuato una sosta interminabile a Juliaca, durante la quale è salito chiunque a vendere qualsiasi tipo di bene commestibile e, nell'ultima ora e mezza di viaggio siamo stati persino "intrattenuti" da un venditore di pillole aventi lo scopo di promuovere la defecazione: proprio così !
Arequipa, detta anche la città bianca, si trova a "soli" 2500 metri di quota, ed ha conseguentemente un clima mite e piacevole. Una volta arrivati in città ci siamo fatti portare da un taxi alla nostra sistemazione, l' Hostal Casa di Melgar, l'antica residenza di un vescovo di Arequipa (Manuel Segundo Ballon) riadattata secondo i comfort moderni. Una casa veramente di gran lusso ! Abbiamo anche scoperto ad Arequipa l'esistenza della cosiddetta Chifa, una specie di ristorante cinese riadattato con gli ingredienti peruviani, che ci è molto piaciuto: porzioni abbondanti, cucina a vista, frequentato da soli locali, e con prezzi decisamente popolari.
Essendo arrivati ad Arequipa nel tardo pomeriggio abbiamo solo potuto dare un'occhiata all'esterno della Cattadrale di Plaza de las Armas, prima di andare a cena.

Arequipa
Plaza de Las Armas ad Arequipa

Dopo cena abbiamo dato uno sguardo alla bellissima Chiesa di San Francesco, riservandoci il giorno successivo per il resto delle visite (monasterio di santa Catalina in primis)

 

Giorno 19 - Arequipa e trasferimento a Cabanacondè

Il Monasterio di Santa Catalina è un luogo imperdibile di Arequipa e vale bene una visita approfondita: è il monatsero delle suore dell'ordine di Santa Catalina di Siena ed è, in pratica, una cittadella nella città, tenuta splendidamente.

Arequipa
Monasterio de Santa Catalina

Dopo aver passato lì la mattinata, nel primo pomeriggio abbiamo preso l'ennesimo bus (compagnia Milagros) per dirigerci a Cabanacondè, un piccolo villaggio sul Canyon del Colca. Il viaggio è stato, ancora una volta, molto lungo e, da Chivay a Cabanacondè è divenuto estenuante.
Chivay è il primo paese del canyon di Colca e il bus ci arriva dopo circa 5 ore di viaggio. Dunque si arriva qui già stanchi, ma non ci si aspetta che il peggio debba ancora arrivare. Da qui fino a Cabanacondè infatti il bus diventa un vero e proprio bus locale: non ci sono più i posti numerati, ma chiunque può salire e scendere come se fosse un autobus cittadino. Essendo molti i locali che usano il bus in questo modo, il mezzo si riempie all'inverosimile. Come se tutto ciò non bastasse, da Chivay la strada non è più asfaltata, ma diventa sterrata. E mancano ancora 2 ore e mezzo di viaggio.
Il bus si ferma nei vari paesi che incontra lungo la strada strombazzando al suo arrivo.
Infine, quasi come la realizzazione di un miraggio, si arriva a Cabanacondè: qui il nostro albergo era il Kuntur Wassi Colca. Ancora una volta siamo stati fortunati: era infatti pulito e aveva acqua calda. Abbiamo inoltre avuto la possibilità di cenare lì, il che è stata una fortuna perchè eravamo stanchissimi e a Cabanacondè non ci è sembrato che ci fossero molto posti dove mangiare.

Giorno 20 - Cruz del Condor

Il motivo principale per cui la maggior parte delle persone va a Cabanacondè o in altri paesi del Canyon di Colca è la possibilità di ammirare il volo del condor che, specialmente tra le 8 e le 10 del mattino può affacciarsi sui cieli della zona. Per questo è stato allestito un apposito "Mirador" e, nel momento in cui si prende il bus di prima mattina per raggiungere tale mirador viene anche richiesto il pagamento di un biglietto di ingresso (non abbiamo mai capito se fosse un biglietto reale o una fregatura, probabilmente quest'ultima  opzione).
Il Mirador della Cruz del Condor è il tipico esempio di come il turismo di massa rovini qualsiasi cosa, rendendo commerciali cose poetiche e svilendo la bellezza di un luogo meraviglioso. Quello che succede infatti è che centinaia di persone arrivano sul luogo, vengono improvvisati banchetti per la vendita di oggetti di artigianato, tutti fanno baccano e scattano foto. Tutti qui per vedere il condor, un animale di cui probabilmente molti turisti ignorano anche la forma. Noi siamo arrivati all'alba, col primo bus in partenza da Cabanacondè. Alle 6 eravamo noi e poche altre persone e ci siamo potuti godere la magia del luogo: un canyon profondo 1200 metri, un'incredibile vallata, un vero e proprio spettacolo naturale. Alle 8 abbiamo visto un condor volare. Pochi secondi e si è poi allontanato lungo la valle.

Cabanacondè
Condor sul Canyon di Colca
Era il momento in cui frotte di persone stavano arrivando. Poi, fino alle 9, non si è più visto nulla, se non una crescita esponenziale del numero di persone minuto dopo minuto. Dopo un pò l'affollamento è diventato eccessivo e fastidioso ed abbiamo allora avuto l'idea di farci una passeggiata per tornare a Cabanacondè e prendere da lì il bus che partiva verso ora di pranzo per fare ritorno ad Arequipa. Abbiamo così scoperto lungo la strada l'esistenza di un vecchio mirador (oggi abbandonato) che ci ha fatto riflettere su come funzioni il turismo: questo mirador abbandonato infatti non aveva nulla di diverso da quello in funzione, eppure qui non c'era nessuno, mentre in quell'altro qualche centinaio di persone. Basta mettere un cartello e la massa lo seguirà alla cieca senza rendersi conto che un canyon è un canyon sia 100 metri a monte che 100 metri a valle: la natura è ovunque e basta aprire gli occhi per accorgersi di quanto sia bella, senza bisogno che qualcuno ce lo indichi in un punto specifico.
La passeggiata ci ha permesso di goderci da soli la vallata e, pur senza ammirare altri condor, siamo rimasti molto soddisfatti del giro e pronti infine per un nuovo estenuante viaggio di ritorno verso Arequipa. Il bus, come all'andata, era colmo di persone. La strada sterrata per la prima ora e mezza di cammino. Un viaggio infinito.
Siamo arrivati in città verso sera molto stanchi. E col pensiero che praticamente la nostra vacanza era terminata.

Giorno 20 - Lima

Il mattino seguente, dopo un'ottima colazione consumata nel giardino di Casa de Melgar, siamo andati in aeroporto ed abbiamo preso un aereo per Lima. Questa volta il nostro ostello,, Pradera Verde, era a Miraflores, una delle zone più tranquille della città. Nella piazza principale del quartiere c'era un mercatino di libri ed abbiamo dunque passato il pomeriggio passeggiando. Arrivata la sera invece siamo andati al Parco dell'Acqua, uno splendido giardino ricco di fontane molto belle che effettuano giochi di luce e acqua; ci sono fontane danzanti ed altre con cui interagire (stando attenti a non bagnarsi dalla testa ai piedi!) Un'attrazione molto carina in una città altrimenti piuttosto anonima.
A Lima abbiamo anche sperimentato l'esperienza dei bus colectivos, dei piccoli pulmini, il cui bigliettaio, ad ogni fermata scende ed urla la destinazione finale, richiamando il maggior numero di passeggeri. Di piccoli bus così ne è piena la città e salirci è un'esperienza da non perdere (oltre che essere un modo economicissimo per spostarsi)

Giorno 21 - Lima

Infine, il ventunesimo giorno della nostra vacanza, è giunto il momento di ripartire per casa. La mattina però abbiamo potuto dedicarci alla visita del centro di Lima ed in particolare dell'interessante Convento di San Francesco, la cui visita vale bene il biglietto di ingresso specialmente per la parte riguardante le catacombe.
Per pranzo ci siamo fermati in un posto dove facevano ottimi panini a Miraflores.
Nel tardo pomeriggio siamo poi andati nuovamente in aeroporto e abbiamo salutato definitivamente il Perù affrontando il nostro ultimo spostamento, quello del viaggio di ritorno.

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